Awards e vincitori

Giuria internazionale composta da Bill Morrison, Sara Fgaier e Firouzeh Khosrovani.

Giuria studenti presieduta da Giovanni Piperno.

A conclusione del festival, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ha voluto offrire gratuitamente a tutti gli autori del concorso tre minuti del proprio materiale  d’archivio. L’auspicio è che i partecipanti ad UnArchive possano produrre presto nuove opere consolidando il felice rapporto avviato con l’AAMOD.


GIURIA STUDENTI

 

Menzione speciale – Miglior cortometraggio – “We should all be futurist” di Angela Norelli

Una menzione speciale va a We should all be futurists di Angela Norelli che con raffinatezza e grande ironia è riuscita a capovolgere il significato delle parole di Filippo Tommaso Marinetti per un’emancipazione femminile antelitteram facendo crollare il patriarcato sotto le sue stesse parole ove si è adagiato per secoli, complimenti.

Miglior cortometraggio “L’architetta Carla” di Davide Minotti, Valeria Miracapillo

Per la forza di scontro tra immagini industriali e visioni personali, tra voci aliene e discorsi poetici, nel segno di una frattura grottesca in cui ingegneria e architettura si impongono come visioni in grado ora di controllare, ora di rivoluzionare il mondo, il premio Miglior corto va a L’architetta Carla.

Menzione speciale – Miglior lungometraggio – “Manifesto” di Angie Vinchito 

Per la straordinaria capacità di narrare la tragica condizione di bambini e adolescenti russi imprigionati in un sistema violento e repressivo, attingendo dal vasto oceano dei social media. I giovani protagonisti di questo film sono la voce di una potente storia corale che necessita di essere udita dal mondo intero.

Miglior lungometraggio “Amor” di Virginia Eleuteri Serpieri 

Per la poesia e l’originalità dell’articolazione narrativa che unisce un percorso di lutto intimo e la testimonianza di una città intera. Ricorda con forza e delicatezza l’importanza di un bene comune e prezioso che incarna la vita stessa, l’acqua, il fiume…

UnArchive Award “Pictures of Ghosts” di Kleber Mendonça Filho

Attribuiamo il premio a Pictures of Ghost come migliore riuso creativo del materiale di archivio. Per la capacità del regista di amalgamare materiali di archivio privati, pubblici e filmici di formati diversi in una narrazione poetica.
Trasfigurando l’architettura della città e della sua casa in un luogo di culto creativo.  Parte dalla figura del fantasma per restituire vitalità alla memoria.

 


GIURIA INTERNAZIONALE

 

Menzione d’onore “Film Negativo / Positivo” di Federica Foglia

Un opera di collage di delicata bellezza e grazia che propone le star dei film erotici dell’epoca del cinema muto come spiriti creativi, dee che promuovono l’erotismo attraverso il mondo naturale, nei suoi insetti, fiori, foglie e semi.

Miglior cortometraggio “Solaris Mon Amour” di Kuba Mikurda, Laura Pawela, Marcin Lenarczyk

Un’opera che ci trasporta in un percorso di ri-immaginazione. Usando adattamenti radio del film Solaris di Stanislaw Lem e una collezione di circa 70 film educativi polacchi, i registi creano abilmente un’opera di trasformazione alchemica, generando con immaginari, montaggio e sound design eccezionali, una riflessione fantascientifica su memoria e perdita. Con questo materiale, lo spazio interno e lo spazio profondo si ripiegano su loro stessi, l’universo esiste sia dentro che oltre il corpo, e le storie personali sono intrecciate con il destino delle specie. 

Miglior lungometraggio “Between Revolutions” di Vlad Petri

Between Revolutions intreccia magistralmente il found footage nella narrazione, creando il quadro intimo di un’amicizia, quella tra Zahra e Maria, tra le rivoluzioni dei loro rispettivi paesi, Iran e Romania.
Between Revolutions fa emergere la natura illusoria delle rivoluzioni, il divario tra idee politiche e dura realtà. Il film è un ritratto lirico del sorgere e tramontare delle ideologie.
Politica e intimità si mischiano nella breve durata del film, con una chiara struttura di montaggio, e con la corrispondenza poetica tra Maria e Zahra. 

UnArchive Award “Amor” di Virginia Eleuteri Serpieri

Da sola ha raccolto i frammenti, ha scoperto come rimetterli insieme e poi li ha incollati con cura l’uno all’altro, uno a uno. Alla fine l’immagine è ricomposta, ma non è più la stessa di prima. Adesso è più imperfetta, e più preziosa.
“Tutto è nato da un sogno” – ha dichiarato la regista – ecco far sognare è uno dei modi privilegiati attraverso cui i morti si prendono cura dei vivi.
I sogni, i piccoli racconti, l’invenzione di altre dimensioni del tempo e dello spazio, le lettere immaginarie – attraverso l’attivazione del pensiero magico – permettono alla madre dell’autrice di vivere ancora attraverso quest’opera, potente, unica, struggente e originale. Il film riesce a creare le condizioni per instaurare la sua esistenza, in un nuovo modo di essere, attraverso forme di narrazione che resuscitano.
Non solo un modo per provare ad elaborare una perdita ma anche il desiderio di far rivivere la persona cara attraverso immagini piene di vita, di opporsi al tempo e alla morte, di renderla eterna.

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