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afterimages

di Caterina Borelli
installazione video, mono canale, audio, 9′ 43” loop


afterimages descrive i primi mesi di vita nella città dove i miei genitori si stabiliscono nel 1950. La narrazione è fatta da estratti del diario scritto a due mani da loro, Sergio Borelli e Giovanna Moro.
Mio padre vinse una borsa di studio dell’UNESCO per giornalisti negli UK, che lo portò a lavorare per vari giornali di località portuali. Mia madre lo raggiunse dopo un mese. Scrivevano già tutti e due per L’Avanti e a Londra il diario rivela che per coprire le spese mandavano articoli a molte testate diverse usando pseudonimi. Quando mia madre scrive che firmerà gli articoli col suo nome rivela che grande conquista questo sia per lei. Le immagini e il diario riportano la scoperta della città e una vita in cui si mandavano e ricevevano quotidianamente lettere, telefonare era difficile e costoso e tutte le spese erano meticolosamente registrate.

Mettendo in ordine le cose di famiglia ho trovato una scatola con una cinepresa e un proiettore Pathe Baby 9.5mm. con una serie di piccole bobine che ora fanno parte del patrimonio di Home Movies – Archivio Nazionale del Film di Famiglia.  I film sono stati girati principalmente da mio padre, poche scene anche da mia madre e altri dal nonno paterno.

Quei filmini ci restituiscono i miei genitori prima della nascita di noi quattro figlie. Le immagini mi hanno riportato una presenza che non esiste più e quando Home Movies mi ha chiesto di fare un progetto con questo materiale, ho voluto rivolgermi a questa immaterialità.  Era il periodo del COVID. La scelta di un negozio vuoto per l’installazione non è casuale. La pandemia ha costretto molti esercenti alla chiusura e la paura del contagio ha cambiato i nostri comportamenti e le città. Il paesaggio urbano non è più lo stesso cui eravamo abituati.  I negozi hanno lasciato le tracce delle loro presenze nelle vetrine vuote, dove spesso vediamo ancora i segni lasciati dagli oggetti che erano esposti.

Anche i film di famiglia sono la traccia di qualcosa che non c’è più. Sono “oltre memoria”, apparizioni che sollecitano una reazione emotiva. Nel lavorare con i film di famiglia dei miei genitori m’interessava usare questo senso d’immaterialità presente, di apparizione fugace di qualcosa che è esistito, di afterimage

afterimages è stata presentata per la prima volta ad Art City White Night dal 7 al 15 maggio 2022 a Bologna. Si poteva vedere tra le 20:00 e le 24:00 dalla vetrina che affaccia sul portico del negozio sito in via Mascarella 118/A. Degli altoparlanti collocati all’esterno consentivano ai passanti di sentire l’audio. La proiezione era sulle pareti e sulle strutture lasciate dal commercio precedente.

Caterina Borelli
Caterina Borelli è filmmaker e artista. Le sue opere, all’intersezione tra media, antropologia e storia, si concentrano sull’interazione tra persone, architettura e luoghi. A partire dal film Asmara, Eritrea (2007), la ricerca di Caterina indaga in particolare il rapporto tra luogo e memoria. Dal 2019 sviluppa “Memoria necessaria”, quattro progetti di interventi su alcuni dei luoghi di memoria coloniale a Roma, di cui fa parte un libro pubblicato nel 2022 in collaborazione con il Museo delle civiltà, Roma e l’editore viaindustriae di Foligno.
Diplomata al Whitney Museum of American Art’s ISP di New York (1987/88), i film di Caterina sono stati proiettati in musei internazionali tra cui il Museum of Modern Art di New York; i musei Smithsonian di Washington DC; il British Museum di Londra; il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (Madrid), la Fundaçao Serralves di Oporto e fanno parte della collezione della Fundaçao Serralves (Oporto) e de il Mambo (Bologna). Per i suoi progetti Caterina ha ricevuto il sostegno di istituzioni come la Graham Foundation di Chicago, il New York State Council on the Arts, Arteleku (Bilbao)  e il  MIC (2021). Inoltre ha ricevuto la prestigiosa Rockefeller Foundation Bellagio Residency Award (2014) e la Bogliasco Foundation Fellowship Award (2022).
Dal 2017 è responsabile dell’archivio iconografico MoroRoma, una raccolta di immagini sociali e politiche che copre il 20° secolo.

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