Concorso Internazionale

Radiograph of a Family

Firouzeh Khosrovani / Norvegia, Iran, Svizzera / 2020 / 82’ / Persiano, Francese | Sottotitoli in Italiano e Inglese

VINCITORE DEL PREMIO AL MIGLIOR LUNGOMETRAGGIO ASSEGNATO DALLA GIURIA STUDENTI


Mia madre ha sposato una fotografia di mio padre a Teheran, mentre lui era in Svizzera. Era necessario fossero sposati, perché lei potesse trasferirsi. Per mia madre, con il suo background religioso, vivere in Europa fu difficile. Il peccato era ovunque. Mio padre proveniva da una famiglia liberale e laica, ed era amante della cultura, delle belle arti, della musica classica. Dopo la mia nascita, siamo tornati a Teheran. Poco dopo ci fu la Rivoluzione che capovolse tutto. Mia madre ha trovato una nuova ragione e una nuova identità, uno spazio importante per se stessa: è diventata un’attivista religiosa, preside di scuola e ha fatto l’addestramento militare. Mio padre sedeva tranquillamente sulla sua sedia preferita a casa e ascoltava Bach. A casa nostra non c’erano più carte da gioco né vino rosso. Le fotografie di donne senza hijab venivano strappate. Ero combattuta tra i miei due genitori. Come bambina, è stato difficile e doloroso. Man mano che la mia identità si affermava, li portavo entrambi dentro di me, e lo faccio ancora. Sono il risultato della lotta iraniana tra tradizione e modernizzazione. La mia storia è raccontata attraverso fotografie, filmati d’archivio, lettere e voci. La nostra casa a Teheran è diventata una metafora dei cambiamenti nella nostra famiglia, e nella moderna società iraniana.

Sceneggiatura Firouzeh Khosrovani
Montaggio Farahnaz Sharifi, Rainer Maria Trinkler, Jila Apachi
Musiche Peyman Yazdanian
Sound design e mix Ensieh Maleki
Produzione Antipode Film AS
Produttore Fabien Greenberg, Bård Kjøge Rønning
Produttore esecutivo Arild Karlsen
Coproduzione DV Films, Rainy Pictures
Coproduttore Majid Barzegar, Firouzeh Khosrovani

Firouzeh Khosrovani

Nata a Teheran, Firouzeh Khosrovani si è stabilita in Italia per proseguire gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti di Brera, poi è tornata in Iran dove ha conseguito il Master in Giornalismo. Il suo film d’esordio, Life Train (2004), è un documentario sulla terapia del “gioco” fornita ai bambini traumatizzati dal terremoto di Bam. Nel 2007 ha diretto Rough Cut, che ha vinto tredici premi ai festival cinematografici internazionali, seguito da Cutting Off, un’installazione di video art per la Triennale di Milano nel 2008, e da 1001 Irans nel 2010. Nel 2011 ha collaborato ad una produzione spagnola, Espelho Meu, vincitore del Best National Documentary a Documenta Madrid, e nel 2012 ha diretto  Iran, Unveiled and Veiled Again, prodotto da Istituto Luce, Cinecittà. Nel 2014 ha partecipato a un progetto collettivo, Profession: Documentarist, con altre sei registe iraniane, e diretto Fest of Duty, sulla cerimonia religiosa che si svolge in Iran quando le bambine compiono nove anni.

4 maggio
16:00
Cinema Intrastevere
Sala 1
Interviene l’autrice 

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6 maggio
10:00
Accademia di Spagna a Roma
Sala Conferenze

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