Les archives dans les mains des cinéastes

La Cinémathèque québécoise ha invitato cinque artisti del cinema sperimentale e d’animazione a realizzare un cortometraggio utilizzando pellicole sovietiche inutilizzate donate dal collezionista François Lemai. Ricomporre le immagini, manipolare le inquadrature per richiamare il loro valore plastico, produrre un discorso che risuoni con l’approccio degli artisti chiamati in causa…
È in quest’ottica che il regista Theodore Ushev riallestisce Il vecchio e il nuovo di Eisenstein con vigore estetico e brio, conferendogli una nuova dimensione storica, con il vecchio che diventa l’URSS e il nuovo la Russia di Putin.
Dal canto suo, la regista sperimentale austro-canadese Michaela Grill rivisita i temi dei suoi ultimi film (la scomparsa delle specie, il divario ambientale), riorganizzando immagini tratte dalla narrativa distopica sovietica.
Con il titolo La dureté du mental, Charles-André Coderre, giovane cineasta e performer associato al gruppo di Montreal Double négatif, propone una rielaborazione e un’alterazione plastica di film sportivi sovietici degli anni Ottanta, raffiguranti la lotta e il salto con l’asta.
Infine, due film mettono in discussione il paesaggio cinematografico e la sua funzione intima. La cineasta canadese-bulgara Ralitsa Doncheva ottiene questo risultato riutilizzando una copia in 35mm di un film incompleto di Alexander Sokourov. Steven Woloshen, dal canto suo, adotta un approccio molto personale e contemplativo, rifotografando in 65mm i paesaggi di alcune riprese del film Les tziganes montent au ciel, del regista di origine moldava Emil Loteanu.

Guillaume Lafleur
Direttore della programmazione, della distribuzione e delle pubblicazioni della Cinémathèque québécoise